Il piacere di abitare: mobili, industrial design e gusto
"Quando gli oggetti che usiamo quotidianamente e l'ambiente nel quale viviamo saranno anche opere d'arte allora potremo dire di aver raggiunto un equilibrio vitale" Bruno Munari
Lo show-room di Baleri, designer appassionato di Terragni, a cui ha dedicato uno splendido omaggio per Tisettanta con "Scacco", imprenditore e collezionista di cose d'arte, da anni, ad Albino, è un elegante e raffinato punto di riferimento per la progettazione d'interni, per la cultura del design o, semplicemente, per un incontro imprevedibile con le novità e le idee.
Dino Gavina scriveva una volta che "l'architetto deve essere un letterato, un uomo che ama l'arte e la cultura": Baleri si riconosce molto in queste parole, per il modo non marginale con cui ha vissuto l'avventura del mobile moderno, attento ai fenomeni più vitali e originali non solo del "furniture design", proponendo oggetti di particolare significato poetico, con uno spessore di attività, di curiosità intellettuale molto rilevanti.
Da sempre, insomma, mantiene con l'architettura e l'industrial design un discorso aperto, vivace, estremamente colto, che ha contribuito a disegnare o a sollecitare un certo volto innovativo nel campo del gusto, soprattutto negli anni pioneristici del design, quando non si presentava molta attenzione a un patrimonio così importante come quello della cultura materiale degli oggetti, e il paese era molto distante dalle preoccupazioni di un rinnovamento moderno nella progettazione dell'ambiente determinato dai nuovi prodotti di serie.
Un dialogo fine e intelligente, spesso coraggioso, con la produzione, sensibile alle avanguardie progettuali, che ha consentito, fra l'altro, un'importante raccolta di materiali e di pezzi particolarmente emblematici, che hanno fatto grande il design italiano nel mondo, e che, esposto in permanenza, secondo un desiderio da Baleri molto avvertito, coprirebbero una mancanza che l'ADI stessa ha lamentato persino per la città di Milano, costituendo un avvenimento singolare per la promozione del design e per una sua lettura a ritroso.
Un'immagine, dunque, che si qualifica in senso culturale e si consolida nel tempo quella di "ABITARE", che oggi ospita una vastissima collezione di aziende leaders nel settore.
In un panorama mobile che comprende "I maestri moderni" come Le Corbusier, Wright, Rietveld, così carichi e preganti di storia, i progetti del "padre della patria" Carlo Scarpa o di Kazuhide Takahama, allusivi e ricchi di poetica orientale, i modelli intellettuali e geniali degli Archizoom e di Ettore Sottsass, di grande carica espressiva, e così via, "Abitare" costituisce una preziosa occasione per architetti, specialisti, visitatori di avere sott'occhio, come in un magico libro di architettura tridimensionale, funzionali soluzioni d'arredo, dalle caratteristiche estetiche molto elevate, aperte alle più personalizzate esigenze, che sono anche racconto e memoria e offrono indicazioni per una migliore qualità della vita, se, diceva Dorfles, i costumi e i modi di comportamento sono condizionati, in qualche modo, dagli oggetti a cui designers e architetti danno fisionomia e forma.
Paolo Ciro - Docente di storia dell'arte